Un Gramsci mai visto

A cura dell’Associazione “ Le Città invisibili” e con la partecipazione del Comune di Agropoli , dello SPI CGIL di Salerno, rappresentato dalla segretaria Ornella Milano, e del circolo locale ANPI, ha avuto luogo, presso l’istituto “ G Rossi Vauro” di Agropoli, uno spettacolo sulla vita e l’azione politica di Antonio Gramsci.
Di fronte ad una platea appassionata e competente, il prof. Angelo d’Orsi, ordinario di storia politica all’Università di Torino, profondo conoscitore di Gramsci, ha condotto il pubblico attraversando la vita di Gramsci, in uno spettacolo da lui scritto ed interpretato, dal titolo:” Un Gramsci mai visto”.
Narrato tutto in prima persona, d’Orsi, ci apre squarci inediti sulla vita privata di Gramsci, partendo dal ruolo svolto dalla madre nel trasmettergli l’amore per la lettura e l’incoraggiamento agli studi. La vita di studente fuori sede a Torino, in condizioni di ristrettezze economiche, le stanze in affitto sempre spoglie, buie e spesso insalubri, cosa che ha accelerato il decorso della sua malattia,sono narrate dall’autore con un pathos misurato ed efficace.
C’è poi tutta la parte politica, la fondazione del quotidiano “Città Futura”, il congresso di Livorno, la scissione della frazione di Bordiga, poi l‘avvento del fascismo. Momenti di vita e pensieri intimi si sono alternati così alle sue riflessioni sulla III Internazionale, sul ruolo del PCUS, ma soprattutto sul nuovo PCI che si stava delineando. Divertente il racconto del suo soggiorno a Mosca, in occasione del Comintern,dove, in un dialogo privato, tenta di spiegare la Questione Meridionale, ad un Lenin che gli parve molto incuriosito dalla tematica.
Ed infine gli anni terribili. Nel 1926, l’arresto,il processo la condanna a venti anni, il carcere, il confino, e poi l’aggravamento della sua malattia, che sfocia nella morte avvenuta a Roma il 27 Aprile 1937.
I vari capitoli della vita di Antonio Gramsci sono stati inframezzati da interventi musicali di un trio di artisti locali che hanno eseguito brani tratti da un repertorio di canzoni della tradizione del mondo del lavoro, della resistenza e della sinistra. Molti in platea hanno seguito le canzoni, canticchiando sotto voce!
Insomma, davvero un Gramsci mai visto quello dello spettacolo allestito dal professor d’Orsi, che ha coinvolto emotivamente il pubblico presente, per i suoi contenuti umani, ma soprattutto per gli spunti di riflessione proposti, sulla grande attualità del pensiero gramsciano.